ADERIRE ALL’AC
UN IMPEGNO NELLA CHIESA E NELLA SOCIETA’
Domenica 8 dicembre è stata una data ricca di eventi e significati per molti ovadesi. E’ stata, innanzitutto, la seconda domenica di Avvento: Maria accetta in piena libertà la volontà di Dio annunciata dall’angelo Gabriele. E’ stata, inoltre, la giornata in cui i volontari dell’ADOS si sono ritrovati alla Messa al San Paolo per poi proseguire con il pranzo annuale: la donazione di sangue è un gesto di amore che aiuta chi soffre e chi ha bisogno. La Parrocchia, invece, ha visto la partecipazione di tutti gli aderenti ad Azione Cattolica alla celebrazione delle ore 11.
La festa di Adesione, un appuntamento fisso per giovanissimi (il gruppo dei più grandi nell’ordinamento dell’Oratorio), giovani, educatori e adulti, aveva questa volta una funzione in più. Dopo un pranzo di condivisione, abbiamo assegnato le cariche triennali: presidente, responsabili giovani e responsabili ACR.
Il valore che tutti ci siamo portati a casa è stato, però, quello scaturito dalla riflessione sul tema annuale. Nel terzo anno del triennio gli associati vivono la fase della missione, aspetto per altro fondamentale della vita di ogni cristiano. Lo slogan “Quelli che troverete chiamateli” si riferisce allo stesso brano di Vangelo a cui è collegata anche l’iniziativa ACR “Non c’è gioco senza te”, ossia Matteo (22, 1-14), in cui un re chiama i suoi sudditi a partecipare al banchetto indetto per le nozze del figlio. E’ sulle reazioni dei cittadini che i presenti all’incontro hanno riflettuto durante il pomeriggio. Alcuni invitati non ritengono che sia un evento importante, hanno altro da fare, tante cose a cui pensare, il lavoro, gli affari, la casa, i progetti: non andranno e, non solo lo sposo dovrà fare a meno di loro, ma, anzi, hanno un atteggiamento violento verso chi consegna loro l’invito. Altri, lieti della proposta, la inseriscono pigramente nelle loro “agende”, fra i vari impegni, senza dedicarci troppa attenzione: non saranno pronti per l’occasione, non avranno neppure l’abito adatto. Altri ancora, invece, ricevono l’invito con stupore e gioia: “ma ha cercato proprio me?” si chiedono l’un l’altro. Sì, i servi hanno avvisato tutti, sono andati per le strade e hanno chiamato chiunque senza escludere nessuno, anche coloro che a prima vista potrebbero stare dalla parte dei cattivi e dei peccatori. Il re vuole che tutti prendano parte alla sua festa.
Consapevoli del compito che ci attende, siamo ritornati nelle nostre case, cercando di portare con noi quell’atteggiamento di accoglienza, di gratuità e di libertà che caratterizza l’Azione Cattolica, consci di doverci preparare al meglio per la nascita di Gesù, focalizzando l’attenzione su ciò che conta veramente, facendo più presepe e meno albero (come ha scritto Luciana Repetto sull’ultimo numero), perché sotto l’albero ci mettiamo i regali, nel presepe ci mettiamo Gesù.
Dario Milanese
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