SANTUARIO SAN PAOLO DELLA CROCE
La “concezione” della chiesa è moderna, attuale; certamente occorre “farci l’occhio” e scoprire le “idee” in essa sottintese dagli ideatori.
L’ESTERNO si inquadra nella vista d’insieme che se ne ha da Corso Italia. Eliminate scale e barriere architettoniche, si sale dolcemente al piano della chiesa, accompagnati da due piccole piazzuole. Le lame di cemento armato, curve e slanciate , sembrano unirsi verso l’alto come due mani in preghiera. La statua di bronzo (di circa sei quintali) posta in alto rappresenta San Paolo della Croce e il fratello Giovambattista attorno alla croce di Gesù risorto e qualifica la struttura come edificio sacro dedicato al santo cittadino.
L’INTERNO caldo, accogliente e raccolto. Tutti apprezzano il soffitto di legno ed i travi di legno lamellare che rischiarati di luce riflessa, offrono una tonalità calda e distesa.
Il pavimento di marmo di Carrara è segnato da strisce nere che guidano l’occhio e i passi dei fedeli verso il centro “vivo” di tutta la costruzione: la mensa dell’Eucarestia.
IL PRESBITERO E L’ALTARE
La forma tonda del presbitero corrisponde al fondo circolare dell’edificio. Al suo centro l’altare, formato da quattro pannelli di marmo statuario di Carrara, propone scene di vita del nostro Santo:
di fronte all’assemblea si notano le sagome della chiesa parrocchiale e su questa chiesa accanto a due angeli che sorreggono (proprio al centro) la reliquia del Santo.
La grata in ferro battuto tondeggiante raccoglie l’altare e concentra l’attenzione dei fedeli al tabernacolo.
LA VETRATA ideata da Padre Tito, propone ai fedeli scene della vita del santo: dalla nascita, alla vocazione, al Monte Argentario…
I colori caldi e vivi creano una giusta luminosità all’interno. Le immagini immediate e chiare e le scritte aiutano a comprendere il messaggio dell’artista.
LA STORIA
Chi ha avuto l’idea di una nuova chiesa?
Due sorelle ovadesi, Centula e Maria Pesce, che già nel 1930 desideravano una chiesa in questa zona allora periferica.
Chi l’ha voluta?
È proprio il caso di dire: l’ha voluta tanta gente, il popolo cristiano. L’idea è venuta dal basso, non dai preti e questa è la caratteristica più vera e bella di questa chiesa.
Chi l’ha disegnata?
L’architetto e padre passionista: padre Ottaviano D’Egidio esperto in progettazione e costruzione di chiese. L’altare, il presbitero, la vetrata e la statua di bronzo sono state ideate ed eseguite da padre Tito Amodei passionista.
Chi l’ha fatta ?
Naturalmente alcune ditte ed operai hanno lavorato e anche molti volontari. Ma sono state soprattutto le persone della comunità che l’hanno costruita con sacrifici, preghiere, offerte, iniziative, sostegno morale, spirituale, materiale.